Giuseppe Cobolli Gigli
Giuseppe Cobolli Gigli | |
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Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 5 settembre 1935 – 31 ottobre 1939 |
Presidente | Benito Mussolini |
Predecessore | Luigi Razza |
Successore | Adelchi Serena |
Sottosegretario di Stato al Ministero dei lavori pubblici | |
Durata mandato | 24 gennaio 1935 – 5 settembre 1935 |
Presidente | Benito Mussolini |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXIX |
Sito istituzionale | |
Consigliere nazionale del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXX |
Gruppo parlamentare | Membri del Governo nazionale Membri del Consiglio nazionale del PNF |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Fascista |
Titolo di studio | laurea |
Giuseppe Cobolli Gigli (Trieste, 28 maggio 1892 – Malnate, 22 luglio 1987) è stato un politico italiano.
Biografia
Ingegnere, di famiglia istriana, di estrazione liberal-nazionale,[1] dopo aver combattuto volontario da irredentista nella prima guerra mondiale, dove fu tenente del Genio, nel 1919 pubblicò con lo pseudonimo di Giulio Italico l'opuscolo Trieste, fedele di Roma.[2][3]. In questo libro - con riferimento a Pisino - Gigli scrisse che
“Il paese sorge sul bordo di una voragine che la musa istriana ha chiamato Foiba, degno posto di sepoltura per chi, nella provincia, minaccia con audaci pretese le caratteristiche nazionali dell'Istria.”[4].
Carriera politica
Cobolli Gigli seguì il cursus honorum all'interno del PNF: si iscrive al partito nel gennaio 1922, diventa Segretario federale di Trieste dal 1927 al 1930, poi Vice-podestà dal 1933 al 1934.
Come ideologo fascista, Cobolli Gigli (all'epoca ancora Cobol)[5] scrisse nel settembre del 1927 sulla rivista «Gerarchia» un articolo dal titolo "Il fascismo e gli allogeni"[6], in cui teorizzava la non autoctonia delle popolazioni slave residenti nella Venezia Giulia da pochi anni annessa all'Italia, nonché la loro rapida assimilazione, in virtù di una pretesa superiorità della civiltà italiana, a patto di "eliminare dalla vita pubblica [...] gli agitatori slavi", "impedire agli avvocati slavi [...] la loro attività", "togliere i maestri slavi dalle scuole, i preti slavi dalle parrocchie"[7].
Nel 1934 divenne deputato del Regno per la città di Trieste[1][8][9]. Nel gennaio del 1935 viene nominato Sottosegretario di Stato ai lavori pubblici.
Con la morte improvvisa di Luigi Razza, dal 5 settembre 1935 (all'età di 43 anni) al 31 ottobre 1939 è Ministro dei lavori pubblici nel Governo Mussolini,[8][10] sovrintendendo alle grandi opere svolte nelle colonie italiane, argomento su cui poi scriverà il libro Strade imperiali, pubblicato nel 1938.
Su ordine dello stesso Mussolini, Cobolli Gigli si reca alla fine del 1936 per sei mesi nell'Africa Orientale Italiana per occuparsi soprattutto dello sviluppo della rete stradale in Etiopia e controllare personalmente i lavori dei vari cantieri diretti dall'ingegnere Giuseppe Pini.[11][12]
Il 4 aprile 1939 presso l'Istituto nazionale di studi romani, illustra, durante una conferenza, «il contributo del Ministero dei lavori pubblici al piano regolatore di Roma imperiale».[13][14] Nel territorio nazionale, è stato fra i proponenti del piano regolatore di Catanzaro e di La Spezia (il primo della città), e il primo firmatario del progetto di completamento dell'ex Ospedale Busonera, a Venezia[15]. Nel 1939 diviene consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni.
Dal 1939 al 1943 è stato Presidente dell'AGIP, la compagnia petrolifera pubblica italiana fondata dal fascismo.[16][17] Dopo l'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana e fu presidente della società Italstrade.
Origini familiari
Cobolli Gigli nacque dal maestro elementare e irredentista Nicolò Cobol (Capodistria 1861 – Trieste 1931), al quale Trieste ha dedicato un sentiero carsico (la Napoleonica) per la sua attività all'Alpina delle Giulie, noto soprattutto per essere riuscito a creare nella Trieste asburgica i ricreatori comunali. Il cognome sia di Giuseppe che di Nicolò Cobol venne mutato in Cobolli nel 1928, su esplicita richiesta degli interessati[18][19].
L'aggiunta di Gigli al cognome fu dovuta all'esperienza di combattente irredentista durante la prima guerra mondiale. Gli irredenti volontari combattenti nell'Esercito Italiano assumevano uno pseudonimo di battaglia al fine di proteggere le proprie famiglie, e parecchi lo aggiunsero a guerra finita al proprio cognome, come elemento d'onore[2]
Altre fonti riportano invece erroneamente Cobolli Gigli come proveniente da famiglia slava. In particolare lo hanno affermato lo scrittore Giacomo Scotti[4], "Un ministro dei lavori pubblici dell'era fascista Giuseppe Cobolli Gigli, figlio del maestro elementare sloveno Nikolaus Combol, classe 1863, italianizzò spontaneamente il cognome nel 1928, anche perché sin dal 1919 si era dato uno pseudonimo patriottico, Giulio Italico. Divenuto poi un gerarca, prese un secondo cognome, Gigli, dandosi un tocco di nobiltà". Notare che Scotti sbaglia anche l'anno di nascita di Nicolò Cobolli, e travisa le motivazioni per l'aggiunta di "Gigli" al cognome di Giuseppe. Oltre a Scotti, anche l'ex partigiano e dirigente dell'ANPI Federico Vincenti ha affermato che il padre di Cobolli Gigli sarebbe stato lo sloveno Nikolaus Kobolj[20].
Infine, secondo Claudio Sommaruga - già internato militare in Germania e ricercatore dell'Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia - Cobolli Gigli sarebbe figlio del maestro elementare Nicolò Cobol di Capodistria, e avrebbe prima assunto lo pseudonimo di “Giulio Italico”[21][22] fino ad italianizzare nel 1928 il cognome in Cobolli, a cui dopo esser diventato gerarca aggiunse un secondo cognome, Gigli[22].
Discendenza
I figli di Giuseppe Cobolli Gigli furono:
- Nicolò, pilota da caccia, caduto nei cieli della Grecia e decorato con Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria
- Antonio, ufficiale sul fronte russo (dove venne ferito in combattimento), e padre di Giovanni Cobolli Gigli.
- Sergio, guardiamarina su un mezzo anti sommergibile durante la seconda guerra mondiale[23].
Onorificenze
Opere
- Giulio Italico, Trieste, la fedele di Roma, Ed. Lattes, Torino 1919
- Cobolli G., Grandi lavori nelle grotte di S. Canziano, Le vie d'Italia, Milano 1933: 471
- Cobolli Gigli G., Provvedimenti idrici nella Venezia Giulia nel primo decennio fascista, Atti 1º Congr. Interregionale degli Ingegneri delle Tre Venezie, Trieste 1933: 125-130
- Strade imperiali - Giuseppe Cobolli Gigli. - Milano: A. Mondadori, 1938. - 202 p., (38) c. di tav. : ill. ; 25 cm + 19 c. di tav. ripieg.
Note
- ^ a b Alfio Morelli, Trieste, l'altra faccia della storia 1943-45, Edizioni di letteratura e storia contemporanea, 1987. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ a b La Sveglia Archiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive., Settembre 2007
- ^ Giuseppe Cobolli Gigli, Trieste: "la fedele di Roma", Edizioni Luglio, 2010, ISBN 978-88-89153-74-1. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ a b Giacomo Scotti, "Il ricordo selezionato e la storia falsificata", in Daniela Antoni (a cura di), Revisionismo storico e terre di confine, Kappa Vu, Udine, 2007, disponibile su Tecalibri.info
- ^ (DE) Rolf Wörsdörfer, Krisenherd Adria 1915-1955: Konstruktion und Artikulation des Nationalen im italienisch-jugoslawischen Grenzraum, Verlag Ferd.Schââ¢ningh GmbH & Co KG, 2004, ISBN 978-3-506-70144-2. URL consultato il 6 novembre 2023.
- ^ Marina Cattaruzza, Nazionalismi di frontiera: identità contrapposte sull'Adriatico nord-orientale : 1850-1950, Rubbettino Editore, 1º gennaio 2003, ISBN 9788849804096. URL consultato il 6 settembre 2016.
- ^ Giuseppe Cobol, Il fascismo e gli allogeni, in Gerarchia, n. 9, Milano, settembre 1927, pp. 303-306.
- ^ a b Matteo Pizzigallo, La "politica estera" dell'AGIP (1933-1940): diplomazia economica e petrolio, A. Giuffrè, 1992, ISBN 978-88-14-03944-7. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ Rassegna delle poste, dei telegrafi e dei telefoni Ufficiale del Ministero delle comunicazioni per i servizi postali, telegrafici e telefonici ..., Istituto poligrafico dello Stato, 1935. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ Italia : Ministero dell'educazione nazionale, Bollettino ufficiale, Libreria dello Stato, 1939. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ Storia contemporanea, Società editrice il Mulino., 1985. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale: La caduta dell'Impero, Laterza, 1986, ISBN 978-88-420-2810-9. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ La porta orientale rivista mensile di studi giuliani e dalmati, La compagnia volontari giuliani e dalmati, 1939. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ Il Libro italiano, Librerie Ulpiano, 1939-07. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ Scheda parlamentare di Cobogli Gigli, su storia.camera.it/. URL consultato il 9 febbraio 2019 (archiviato il 9 febbraio 2019).
- ^ Foglio degli annunzi legali della provincia di Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, 1940. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ Daniele Pozzi, Dai gatti selvaggi al cane a sei zampe: tecnologia, conoscenza e organizzazione nell'Agip e nell'Eni di Enrico Mattei, Marsilio, 2009, ISBN 978-88-317-9712-2. URL consultato l'11 febbraio 2020.
- ^ Bruno Fornaciari (Prefetto di Trieste), Decreti di riduzione del cognome "Cobol" in "Cobolli", in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 111 - Parte Prima, Roma, Ministero della Giustizia e degli affari di culto - Ufficio pubblicazione delle leggi, 11 maggio 1928, p. 2039. URL consultato il 20 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2016).
- ^ La paternità di Giuseppe Cobolli Gigli è confermata anche da Livio Isaak Sirovich, Cime irredente. Un tempestoso caso storico alpinistico, Torino, CDA & Vivalda, 1996, p. 262, ISBN 8878081221.
- ^ Articolo di Federico Vincenti tratto dalla rivista dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, nel quale si parla di Cobolli Gigli / Kombol Archiviato il 19 ottobre 2007 in Internet Archive.
- ^ Claudio Sommaruga Archiviato il 25 ottobre 2007 in Internet Archive., "RADICI FASCISTE DELLE “FOIBE” E PRIGIONIERI DI TITO", ANPI Pianoro
- ^ a b Claudio Sommaruga, Le foibe e i partigiani di tito Archiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive. tratto da "Rassegna", periodico dell'A.N.R.P. (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia dell'Internamento e della Guerra di Liberazione), di Marzo/Aprile 2007
- ^ I nomi dei figli sono contenuti nel decreto di riduzione del cognome della Gazzetta Ufficiale, già citato.
Voci correlate
- Giovanni Cobolli Gigli, figlio di Antongiulio e nipote di Giuseppe, dirigente industriale e sportivo
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Collegamenti esterni
- Giuseppe Cobolli Gigli, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
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Capo del governo e Duce del Fascismo | Benito Mussolini | |
Ministro dell'aeronautica (dal 1925) | Mussolini · Italo Balbo · Mussolini | |
Ministro degli affari esteri | Mussolini · Dino Grandi · Galeazzo Ciano | |
Ministro dell'agricoltura (soppresso nel 1923) | Giuseppe De Capitani d'Arzago | |
Ministro dell'agricoltura e foreste (dal 1929) | Giacomo Acerbo · Edmondo Rossoni · Giuseppe Tassinari · Carlo Pareschi | |
Ministro delle colonie (soppresso nel 1937) | Luigi Federzoni · Mussolini · Pietro Lanza di Scalea · Emilio De Bono · Alessandro Lessona | |
Ministro dell'Africa Italiana (dal 1937) | Alessandro Lessona · Mussolini · Attilio Teruzzi | |
Ministro delle comunicazioni (dal 1924) | Costanzo Ciano · Umberto Puppini · Antonio Stefano Benni · Giovanni Host-Venturi · Vittorio Cini · Giuseppe Peverelli | |
Ministro delle corporazioni (dal 1926) | Mussolini · Giuseppe Bottai · Ferruccio Lantini · Renato Ricci · Carlo Tiengo · Tullio Cianetti | |
Ministro della cultura popolare (dal 1937) | Dino Alfieri · Alessandro Pavolini · Gaetano Polverelli | |
Ministro dell'interno | Mussolini · Luigi Federzoni | |
Ministro dell'Economia nazionale | Orso Mario Corbino · Cesare Nava · Giuseppe Belluzzo · Alessandro Martelli | |
Ministro dell'Educazione nazionale | Balbino Giuliano · Francesco Ercole · Cesare Maria De Vecchi · Giuseppe Bottai · Carlo Alberto Biggini | |
Ministro delle Finanze | Alberto de' Stefani · Giuseppe Volpi · Antonio Mosconi · Guido Jung · Paolo Thaon di Revel · Giacomo Acerbo | |
Ministro della Giustizia e Affari di culto | Aldo Oviglio · Alfredo Rocco · Pietro De Francisci · Arrigo Solmi · Dino Grandi · Alfredo De Marsico | |
Ministro dell'Industria e commercio | Teofilo Rossi | |
Ministro dei Lavori pubblici | Gabriello Carnazza · Gino Sarrocchi · Giovanni Giuriati · Mussolini · Michele Bianchi · Araldo di Crollalanza · Luigi Razza · Giuseppe Cobolli Gigli · Adelchi Serena · Giuseppe Gorla · Zenone Benini | |
Ministro della Guerra | Armando Diaz · Antonino Di Giorgio · Mussolini · Pietro Gazzera · Mussolini | |
Ministro del Lavoro e Previdenza sociale | Stefano Cavazzoni | |
Ministro delle Poste e telegrafi | Giovanni Antonio Colonna di Cesarò · Costanzo Ciano | |
Ministro della Produzione bellica (dal 6 febbraio 1943) | Carlo Favagrossa | |
Ministro della Pubblica istruzione | Giovanni Gentile · Alessandro Casati · Pietro Fedele · Giuseppe Belluzzo | |
Ministro degli Scambi e valute | Felice Guarneri · Raffaello Riccardi · Oreste Bonomi | |
Ministro della Stampa e propaganda | Galeazzo Ciano · Dino Alfieri | |
Ministro delle Terre liberate dal nemico (soppresso il 5 febbraio 1923) | Giovanni Giuriati | |
Ministro del Tesoro (accorpato alle Finanze il 31 dicembre 1922) | Vincenzo Tangorra · Alberto de' Stefani |
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