Rita Rosani

Rita Rosani

Rita Rosani (Trieste, 20 novembre 1920 – Monte Comun, 17 settembre 1944) è stata una partigiana italiana, maestra di scuola elementare, medaglia d'oro al valor militare.

Biografia

La famiglia ebrea il cui cognome originario era Rosenzweig[1], si era trasferita in Italia dalla Cecoslovacchia. Maestra nella scuola elementare ebraica a Trieste, nel 1938 anche lei viene toccata dalle leggi razziali, lei e la famiglia pur perseguitati come tutti gli ebrei, non lasciano Trieste.

Dopo l'8 settembre, convince però i famigliari a trovar rifugio in un paesino del Friuli, salvandoli in questo modo dalla deportazione. Decide di entrare nel movimento resistenziale, prima in attività clandestine a Portogruaro, poi passa a Verona dove è attiva nell'organizzazione dei collegamenti tra formazioni partigiane.

Fonda la banda "Aquila", insieme ad altri quattro partigiani. Combattono per mesi in Valpolicella e nella zona di Zevio, e dopo un anno di attività, i partigiani diventeranno quindici; la loro base è una baita sul Monte Comun. Qui, vengono accerchiati e, durante un rastrellamento, all'invito dei compagni di fuggire mentre loro creano un diversivo, la Rosani risponde:

«Vuialtri g'avì voia de scherzare»

e si getta in prima fila nella mischia. Un altro partigiano, Dino Degani, già in salvo assieme ad altri compagni, torna indietro nel tentativo di salvarla e viene ucciso. Ferita e catturata, viene uccisa da un sottotenente della Guardia Nazionale Repubblicana con un colpo alla testa; nel processo tenutosi nel 1945 l'ufficiale viene condannato a vent'anni di carcere, ma poi liberato poco dopo.

Onorificenze

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Perseguitata politica, entrava a far parte di una banda armata partigiana vivendo la dura vita di combattente. Fu compagna, sorella, animatrice di indomito valore e di ardente fede. Mai arretrò innanzi al sicuro pericolo ed alle sofferenze della rude esistenza, pur di portare a compimento le delicate e rischiosissime missioni a lei affidate. Circondata la sua banda da preponderanti forze nazifasciste, impugnava le armi e, ultima a ritirarsi, combatteva strenuamente finché cadeva da valorosa sul campo, immolando alla Patria la sua giovane ed eroica esistenza.[2]»
— Monte Comun, 17 settembre 1944

Riconoscimenti

Lapide in memoria di Rita Rosani nella sinagoga di Verona
  • Verona, Roma e Trieste le hanno dedicato una via.
  • A Verona inoltre le sono state intitolate due scuole: una secondaria di primo grado in Borgo Venezia ed una primaria in Borgo Trento.
  • Una lapide la ricorda alla scuola ebraica di Trieste dove ha insegnato e all'entrata della Sinagoga di Verona sulla quale è citato un passo biblico in ebraico:

«Molte donne si sono comportate valorosamente, ma tu le superi tutte[3]»

  • Un cippo è stato posto dove è stata uccisa. Ogni anno si svolge una cerimonia commemorativa organizzata dai Volontari della Libertà in collaborazione con i comuni di Negrar e Grezzana.
    Monumento ai partigiani Rita Rosani e Dino Degani

Note

  1. ^ Fonte: estratto di nascita, documento conservato presso la comunità ebraica di Trieste.
  2. ^ [1] Quirinale Scheda Rita Rosani Visto 9 dicembre 2008
  3. ^ [2] Scheda ANPI - Rita Rosani - Visto 9 febbraio 2012

Altri progetti

Altri progetti

  • Wikimedia Commons
  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rita Rosani

Collegamenti esterni

  • Rita Rosani, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Modifica su Wikidata
  • 1 Articolo de l'Arena del 10 settembre 2012.
  • Isaak Sirovich, Livio; Non era una donna, era un bandito. Rita Rosani, una ragazza in guerra. Cierre Edizioni 2014
Controllo di autoritàVIAF (EN) 311784878 · ISNI (EN) 0000 0004 4363 3246 · LCCN (EN) no2014159155 · GND (DE) 1074481135 · BNF (FR) cb16982047b (data) · J9U (ENHE) 987007578842105171
  Portale Biografie
  Portale Ebraismo